
SENIOR HOUSING
Il concetto di “Senior Housing” nasce negli Stati Uniti. Il focus di questo modello abitativo è quello di offrire al senior una nuova dimensione di vita dove poter passare molti anni in sicurezza e tranquillità, con un assistenza continua, favorendo inoltre socializzazione e uno stile di vita attivo. Queste strutture permettono una maggior socializzazione grazie alla definizione di spazi in cui è possibile passare letteralmente il tempo in compagnia.
Diversamente da chi sceglie soluzioni abitative come le RSA, questa tipologia di persone è ancora attiva ed in salute.
L’ allungamento della vita media sposta in avanti i limiti del concetto di vecchiaia, creando cosi un interessante fascia di consumatori con una buona capacità di spesa chiamata Silver Generation ovvero gli Over 65.
Ad oggi Il 31% dei nuclei familiari è composto da una sola persona e, fra questi, il 54% supera i 60 anni di età, quindi nei prossimi ci sarà un’alta percentuale di persone tra i 65 e 75 anni potenzialmente sole che avranno esigenze abitative specifiche che possano rispondere sia a bisogni fisici che umani.
Secondo i dati Nomisma S.p.A., in Europa, il volume transato nel settore del senior housing si è attestato nel terzo trimestre del 2019 a 5,6 miliardi di euro. Rispetto al totale degli investimenti corporate, stimati in 192 miliardi di euro, questo settore rappresenta, nel Vecchio Continente, il 2,9% del totale transato.
Nei primi 6 mesi del 2020 ( per i motivi che tutti conosciamo) il mercato si è fermato ma siamo certi che dopo l’emergenza coronavirus gli asset di investimento in questo settore aumenteranno considerevolmente.
Attualmente i paesi che investono maggiormente nelle senior house sono il Regno Unito (2,2 miliardi di euro di investimenti, pari al 6,1% del totale investito), la Germania (927 milioni di euro, pari all’1,9%), la Svezia (522 milioni di euro, pari al 4,8%) e la Francia (414 milioni di euro, pari all’1,9%).
In Italia, sono stati investiti nel settore 149,5 milioni di euro, pari al 2,1% del totale investito. L’80% degli anziani vive in abitazioni di proprietà, senza l’aiuto di personale specifico ma con l’apporto della famiglia stessa.
Ciò che lascia ben sperare è l’ingresso nel nostro mercato di operatori internazionali che contribuiscono a innovare il modo di interpretare e rispondere alle esigenze abitative, gruppi come Brookdale società americana con più di 100.000 unità residenziali, Holiday Retirement che ne detiene più di 70.000 e in Inghilterra McCarthy & Stone che è il più grande operatore con oltre 30 anni di esperienza e successi alle spalle.
In Italia lo sviluppo di queste strutture è ancora agli albori in quanto nel nostro paese, a differenza di quelli anglosassoni, è da sempre presente il concetto di famiglia “assistenziale” allargata. Ma questo non significa che non esistano già esempi eccellenti di strutture simili, come residence a cinque stelle o ville storiche riconvertite al nuovo uso.
Proprio vicino alla nostra sede, a Brescia, abbiamo uno dei più importanti esempi a livello nazionale. Residenza Vittoria, ristrutturata con un investimento da oltre 30 milioni di euro e posseduta in maggioranza dalla società francese Korian, offre servizi all’avanguardia in un ambiente lussuoso e pieno di confort a clienti di una fascia di età compresa tra i 55 e i 75 anni. I costi ovviamente sono piuttosto alti. Una camera può anche arrivare a 5.000 euro mensili. La struttura è dotata di palestra, spa, ristorante alla carta e servizi di ogni tipo per ogni esigenza abitativa.
A Milano troviamo invece le residenze Real Care, appartamenti condominiali di lusso dotati di svariati servizi tra cui aree verdi, bistrot, palestra, zone comuni e di un house manager che si occupa di qualsiasi incombenza pratica degli inquilini. Anche in Costa Smeralda, Sotheby’s International Realty ha costruito un resort di lusso composto da ville esclusive dotate di ogni comfort come custode, maggiordomo, chef a domicilio, transfer privati e piscine che seppur non siano state pensate come “senior housing”, hanno trovato in questa tipologia di clientela i principali fruitori.
La nostra previsione è che la richiesta per questa tipologia di immobile aumenterà sia a livello di acquisto che di affitto. Il motivo? è una strategia per diversificare i propri asset finanziari puntando ad una redditività fissa nel tempo, investendo in un segmento di mercato che considera solo i trend demografici e non economici.
A far pensare che il “senior housing” sia un ottimo investimento non è soltanto il fatto che l’Italia sia il secondo paese al mondo con percentuale di anziani (ad oggi il 23% della popolazione), ma soprattutto perché in si stima che in Europa, la percentuale degli over65 sul totale della popolazione passerà dal 19,7% del 2018 al 29,1% nel 2060.
In Italia, la quota di over 65 sarà del 34,3% nel 2060 (era il 22,6% nel 2018), cosi come crescerà anche il numero dei «grandi vecchi» (gli over 80), che nel 2060 rappresenteranno il 16,1% della popolazione italiana, rispetto al 7% del 2018.
Queste previsioni sono fatte sulla base di studi demografici e sociali che andranno irrimediabilmente ad avere un forte impatto sul mondo immobiliare.