
La storia di AIRBNB
Oggi Airbnb è un’azienda il cui valore è stimato in circa 30 miliardi di dollari, con ricavi che nel 2017 han toccato quasi i 3 miliardi. Nei primi dieci anni di attività gli “host” hanno incassato 41 miliardi di dollari grazie a 300 milioni di ospiti e 4,5 milioni di alloggi in 81.000 città (dati Wall Street Journal).
Il tutto partendo da una semplice idea, ma con tanta perseveranza e fiducia nelle proprie idee.
Per comprendere davvero la storia di Airbnb vanno considerate le paure, le incertezze e i fallimenti che hanno caratterizzato il percorso dei due fondatori.
Le vicende di Airbnb ci insegnano che uno dei concetti più abusati e banali del mondo “sbagliando si impara” è ancora, in realtà, uno dei più validi. Oggi, soprattutto in Europa, i giovani tendono a credere spesso che “fallire in qualcosa fa di te un fallito”.
Purtroppo questo pensiero è piuttosto sedimentato nella nostra cultura imprenditoriale. Non avere una visione pianificata di ciò che potrà accadere nel futuro blocca sul nascere iniziative interessanti o le priva di quella sfacciataggine che spesso si è rivelata fondamentale per lo sviluppo di aziende leader nel mondo.
Nella storia abbiamo moltissimi esempi di persone: Thomas Edison con la lampadina, Walt Disney e le sue animazioni, J.K. Rowling e i suoi libri, Henry Ford e le automobili, da ultimo Steve Jobs licenziato dalla sua stessa azienda.
Cercheremo quindi, raccontandovi la storia di Airbnb, di sottolinearne i momenti di difficoltà che la società ha dovuto affrontare e che nella maggior parte dei casi sono coincisi con i passaggi chiave per lo sviluppo della società stessa.
San Francisco 2007. Due giovani neolaureati, Brian Chesky e Joe Gebbia, hanno difficoltà a pagare l’affitto della loro casa. In quei giorni in città si tiene il meeting dell’Industrial Designers Society of America e i due per far fronte a questa spesa, creano un’inserzione su un semplice sito web in cui decidono di pubblicizzare l’affitto, anche per solo una notte, di una delle loro stanze. All’interno della stessa posizionano tre materassi ad aria gonfiabile.
Il servizio lo chiamano “Airbed and Breakfast” (materasso ad aria e prima colazione)”.
L’idea iniziale fosse semplicemente legata al fare poche centinaia di euro per far fronte a spese imminenti e non quello di creare un’attività imprenditoriale. Il successo della prima esperienza li convinse a contattare un informatico, Nathan Blecharczyk (il cosiddetto terzo fondatore), per dar vita alla prima piattaforma di lancio dell’attività. Per sostenere le spese i tre sfruttarono il periodo delle elezioni presidenziali americane creando e vendendo scatole di cereali con disegnate le caricature dei due candidati, Barack Obama e John McCain. In due mesi guadagnarono i 30.000 dollari per avviare l’impresa. Nasceva airbedandbreakfast.com., sito su cui era possibile creare inserzioni per affittare le proprie stanze.
Il mercato di riferimento cui inizialmente i tre pensarono era quello degli studenti o dei neolaureati alla ricerca di un alloggio semplice, temporaneo e economico. Le prime prenotazioni però sfatarono questa loro idea ,perché si trattava di una donna di 38 anni dipendente di un’azienda.
A questo punto, senza tante previsioni o piani dettagliati, scelsero di mettere alla prova la loro piattaforma cercando una partnership ad un evento musical ad Austin in Texas, con 150.000 turisti previsti. Gli organizzatori “sfortunatamente” non accettarono la loro proposta di collaborazione.
I tre senza scoraggiarsi perfezionarono la loro piattaforma pubblicizzandola su blog locali e social media due settimane prima dell’evento. Offrirono all’incirca 80 posti letto riempiendoli tutti. Lo stesso Brian Chesky prese in affitto uno degli appartamenti elencati sul sito web dimenticandosi però di pagare i padroni di casa per le due notti in cui venne ospitato. Questo episodio, indusse Brian a studiare un sistema anticipato di pagamento in modo da poter tutelare gli ospitanti che non avrebbero più rischiato perdere la propria rendita.
Con questa innovazione creò un vantaggio anche per l’ospite permettendogli di pagare direttamente con carta di credito sulla piattaforma la stanza prenotata. Il servizio venne arricchito di un’altra caratteristica: la possibilità di poter lasciare una recensione da parte dell’ospite sulla qualità dell’alloggio e sui padroni di casa.
Tuttavia, al di fuori degli eventi, airbedandbreakfast.com faceva fatica a decollare. Nel 2008 le entrate settimanali ammontavano a massimo 200 dollari. Fu in quel momento che i fondatori furono sul punto di mollare.
Tuttavia l’imminente inaugurazione presidenziale avrebbe chiamato milioni di visitatori nella zona di Washington D.C.. I tre si fecero forza nel continuare a proporre il loro servizio e la piattaforma riuscì a ottenere 150 prenotazioni. Purtroppo, finito l’evento, ripiombò in uno stato di incertezza.
La svolta avvenne nel 2009, quando i tre si decisero a unirsi a Y-Combinator, un programma incubatore di start-up che si trova a Mountain View in California. L’esperienza e il confronto con le persone che gravitavano all’interno di Y-Combinator li portò a compiere dei passi decisivi. Venne cambiato il nome in Airbnb.com, ridisegnato il logo e scelta come base per lanciare il business New York. Cosi come capirono l’ importanza di dover scattare foto di qualità e inserire descrizioni accattivanti dell’immobile.
Queste cose, al giorno d’oggi, sembrano banali, ma in quel momento non lo erano.
Il sito iniziò a crescere al di fuori degli eventi e gli investitori cominciarono ad interessarsi ad Airbnb. La spirale di crescita era ormai avviata e a fine 2009 l’ufficio cominciò a espandersi con 18 dipendenti neo assunti.
Nel 2010 venne lanciata l’app per Iphone e Android e il sistema di prenotazione immediata. L’anno successivo Airbnb arrivò a varcare la soglia del milione di notti prenotate e inaugurò il primo ufficio in Europa. Nel febbraio 2018 la società lancia Airbnb Plus, un servizio per offrire affitti di lusso e garantire un certo standard in qualità di servizi, comfort e design.
Nel 2019 ha investito 100 milioni nella catena alberghiera indiana Oyo e 450 milioni nel sito HotelTonight, per viaggiatori last minute.
Sempre nel 2019, la società ha annunciato la sua quotazione in borsa.
Il 2020 ha messo a dura prova Airbnb a causa degli effetti del coronavirus con un prevedibile calo del fatturato.
Siamo certi che passata la fase di pandemia tutto il mercato degli affitti brevi tornerà prepotentemente in vita.
Per concludere cosa possiamo imparare da questa storia?
Queste persone con la forza delle loro idee hanno cambiamento il mondo, purtroppo non tutti nascono con un sogno o con una strada da seguire.Per molte persone il cammino si rivela man mano al compimento di ogni passo. Non crediate che soltanto con un’idea geniale e importanti mezzi per coltivarla si possa trovare la propria strada per il successo. Molto spesso è necessario avere una visione ,fiducia in se stessi e tanto lavoro.